28 settembre 2011

Camicia gialla o no? (parlare di tecnica, facendo "finta di niente").


Mi scuso per l'astinenza di questi giorni dal blog, ma come accennavo nel post precedente, ho avuto dei piccoli problemi di salute.
In questi giorni, tra le tante cose successe, ho letto un interessante articolo scritto da Davide Occhicone, su LoSpazioBianco.it, riguardante la colorazione degli albi Bonelli (R.i.p).
Senza addentrarmi troppo nei particolari di quelle che potrebbero essere, o meno, le "critiche" alle scelte editoriali (cromatiche) dell'editore in questione (è difficile parlarne distaccati, ma sto cercando di focalizzare l'attenzione sui discorsi più tecnici, che scrivere di altro, pubblicamente, sul blog, non mi piace), vorrei esprimere il mio parere a riguardo, perché da anni ormai studio il colore e ciò che esso significa nella sua declinazione narrativa, ma soprattutto perché ho provato con mano cosa significa colorare certi fumetti bonelliani (Tex, Dyd e Dampyr).

Il punto della questione lo possiamo riassumere attraverso le parole del titolo di questo post: "Camicia gialla o no?", Tex, di notte, è giusto che sia colorato con la camicia gialla, pur sapendo che le realistiche atmosfere notturne non giustificherebbero la verosimiglianza di questa scelta? (se avete letto l'articolo a cui faccio riferimento capite meglio il succo del discorso).

Dicevo, mi sono già ritrovato a colorare degli albi Bonelli e devo dire che la risposta non è poi così scontata o così semplice da dare. Proverò quindi a rispondere pubblicando una mia risposta ad un botta-risposta avuto proprio con Davide, via mail:

[...] posso confermare che, in effetti, se Dylan non ha la maglietta rossa, o Tex non ha la maglietta gialla, perdono il loro "charme", sono meno "incisivi", meno "potenti", tanto che mi vien da immaginare  che, se una storia di Tex fosse colorata "a regola d'arte", l'albo non riuscirebbe a mantenere il suo "appeal" di "esclusività" nei confronti delle centinaia di altre uscite a fumetti, a colori. Tex non sarebbe più Tex, diverrebbe "un fumetto qualsiasi".

L'altro problema è che, evidentemente, anche la colorazione "tipografica" usata nelle colorazioni di quegli albi, non va bene, ma non abbassa la qualità dell'albo, lo decontestualizza rispetto al mercato odierno, e ciò diventa un "peccato filosofico".

Allora dove sta la soluzione? perché soluzione bisognerà che ci sia!
Colorare o non colorare Tex?
Il problema a mio avviso non sta nei colori, ma come viene disegnato l'albo. La soluzione sta nel disegno. Non è, quindi, il colore che, totalmente, deve piegarsi al personaggio  o deve trascinarlo verso "nuove dimensioni". 
In questo caso, come mai in nessun altro, secondo me vale la frase: "la verità sta nel mezzo".
Non posso prescindere dalla camicia gialla, posso girarci attorno, ma non posso completamente snaturarla. Però posso elevare al massimo la creazione delle atmosfere. Dove non può arrivare il colore, quindi in quegli elementi "cardine" della serie (camicia appunto), dovrà arrivare uno "svecchiamento" stilistico del disegno. Basta guardare gli ultimi albi di Blueberry ("Dust" per esempio), rispetto ai vari "Arizona Love" ecc.. per capire quanto il colore si sia addirittura "semplificato", rispetto le colorazioni a mano, ma anche il disegno si è ripulito, e il risultato è la modernità dell'albo.
Infatti, per colorare bene un Tex bisogna semplificare il colore, e scegliere i colori giusti. Ma il disegno deve ripulirsi di quei codici ormai "vecchi" nei confronti del mercato.

Tutti i disegnatori di Tex, Dylan Dog ecc sono dei maestri assoluti, ma si vede che nelle tavole  ognuno di loro deve "rispettare" il "rispetto" per il personaggio (a mio modestissimo parere). In qualche modo anche i disegnatori, nel disegno, tengono la camicia gialla di notte.




3 commenti:

  1. molto bella l'ultima frase
    diciamo che, ovviamente, mi è caduta drammaticamente la voglia di parlare di tutto questo visto che mi rivolgevo con affetto e rispetto all'editore che ora non c'è più...

    mi sa che ora più che mai ci sarà grande rispetto per un personaggio come tex....

    sono mortificato, vorrei parlarne, visto che l'argomento l'ho imbastito io ma sono proprio triste

    grazie per il post, apprezzo molto quello che scrivi

    davide occhicone

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  2. Non avresti potuto sintentizzare in modo migliore tale argomento! Sembra una cosa che molti possono dare per scontata e invece... certo che non mi dispiacerebbe vedere un albo di DylanDog, Tex, o Dampyr con una colorazione che avvolga completamente il protagonista in termini di atmosfera (tipo nei notturni)... :)

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  3. Ciao Davide!
    grazie a te per gli spunti di riflessione! Io credo che, soprattutto in questo momento, continuare a parlare di queste cose sia anch'essa una forma di rispetto. In fin dei conti Tex & co. sono i fumetti cardine del nostro mercato ed è giusto analizzarne la forma e i contenuti per capire se è giusto o meno, farli "funzionare" in altre maniere. Ma non dal punto di vista del "marketing", dal punto di vista della loro "Importanza Culturale". E' proprio di questo che stiamo parlando, di cultura! Grazie ancora!

    Fede: ;)) tu hai lavorato su Dampyr, e in effetti ti sei reso conto anche tu di molte cose!!

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