21 agosto 2012

Gamescon 2012


Cosa ci si aspetta da una fiera sui Videogiochi?
Non ci avevo mai pensato, fino a pochi passi dall'ingresso del Gamescon di Colonia. E non è che ci ho capito tantissimo, eh, a dire il vero.


I paragoni "facili" sono ovviamente rivolti alle fiere del fumetto, soprattutto quelle italiche, che poi io ci vivo e ci lavoro, in Italia, e quindi mi va di capire cosa succede da noi, guardando ciò che succede altrove.
Perché, si, è chiaro, è per "studio personale" che ho voluto vedere cosa succede, ufficialmente, nel mondo dei videogiochi, da videogiocatore e disegnatore, e ripeto, non ci ho capito molto.

Perché il fumetto è in crisi (sembra)? Perché i videogiochi no (sembra)? Cosa può fare un semplice disegnatore per migliorare, nel suo piccolo, le cose in cui crede?

Il Gamescon è sviluppato in un complesso enorme, 10 padiglioni giganteschi situati nella zona fieristica praticamente in centro a Colonia (vicino ad un carino parco Zoologico che ho avuto la fortuna di visitare in notturna).




Dentro ogni padiglione, a parte un paio dedicati ai cosplay ed eventi vari, tutte le più importanti SH del mondo allestiscono degli stand labirintico-cubici dentro i quali è possibile giocare le anteprime dei loro videogiochi.
E qui, mi confondo per la prima volta. Vuoi provare/vedere il nuovo "Call of duty"? Devi fare una coda di almeno 2 ore (2 ore, si), all'interno del "Cubo" dell'Activision, per giocare 20 minuti. Il problema è che ciò che succede dentro al cubo non viene mostrato all'esterno.
Cioè, a me, a Colonia, al Gamescon, basterebbe anche solo guardare gli altri giocare. Mi piace guardare il videogioco in se', non necessariamente giocarci. E invece no. Se non ti fai almeno 2 ore di coda, e giochi personalmente, non vedi nulla, solo un'infinita distesa di Cubi, e miliardi di persone che fanno svariate code.
Fare code è veramente estenuante. Ne fai 1, giochi, ma poi non hai il coraggio di intraprenderne un'altra. In una giornata di Gamescon, ti vedrai, almeno 1 o 2 anteprime (se non sei un giornalista).
E, ripeto il concetto, è stancante.












Di contro vivi un'atmosfera di modernità unica al mondo. L'architettura moderna di certi quartieri di Colonia, lo stand della samsung con i nuovi televisori che riproducono al massimo della qualità "Timescape" e, appunto, i "Cubi"che contengono le anteprime dei più importanti prodotti videoludici dei prossimi mesi, ti fanno vivere il desiderio, irreale, che le cose, nei fumetti, funzionino in questa maniera.
E come si fa? cosa significa? Ecco, appunto, non lo so, sono ancora confuso (per la seconda volta), devo capire (e sto capendo molte cose), ma torno a ripetere che, secondo la mia modesta opinione (e credo proprio di non aver scoperto l'acqua calda), le "verità" vanno ricercate, ancora una volta, nel mondo reale, "la fuori", non davanti alla bacheca di facebook.

E' una sinergia che deve (ri)crearsi tra editori-autori-lettori, la ricerca del nuovo, di riuscire a fare le cose per bene e la consapevolezza che i videogiochi non sono un "nostro antagonista". Noi, fumetti, siamo il "pilastro" (soprattutto narrativo) su cui si basa l'intero mercato dell'entertainment, possibile che siamo riusciti a svilirci in questo modo?
Non nutro molte speranze per il mercato italiano solo perché fra pochissimo ci sarà un solo e unico mercato, ed è bene che questa cosa la si capisca. Chi non è pronto, non ne farà parte.
Come ci si prepara? studiando e migliorandosi, e rischiando, rischiando tanto. Bisogna avere coraggio, abbiamolo, per favore.





Ps: nel frattempo, nei giorni del festival, sono anche riuscito a vincere il Multi-Death Match a squadre su Black Ops 2.



Ps2: "curiosa statistica", in due sere consecutive ho assistito, a pochi metri da me, a due furiosi accoltellamenti, con tanto di litri di sangue spruzzati dappertutto! Inquietante direi.

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